Cambia il dirigente

La ricerca condotta da EPISTEME rivela un nuovo profilo del Dirigente. Si nota la diffusa tensione evolutiva ad affrontare il cambiamento, a cogliere le sfide e cercare nuovi progetti. Emerge una categoria, duramente colpita dalla crisi, ma capace di rispondere alle difficoltà con forte volontà, approccio positivo ed impegno. Il manager, abituato a conquistare il riconoscimento sul campo giorno per giorno, affronta l’incertezza come se tale condizione fosse congenita del ruolo. Questa forte identità non si è però trasformata in un ruolo socialmente riconosciuto. Risulta evidente la differenza fra gli stereotipi della figura manageriale espressione dell’immaginario comune, rispetto al ritratto che emerge dall’indagine con attributi valoriali umani e sociali dominanti. È palese la consapevolezza del profondo cambiamento da “capo” a “leader” impegnato al raggiungimento dei risultati attraverso la valorizzazione del collettivo e del merito. Un’evoluzione positiva del management che ha fatto propri valori fondamentali della società.

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L'indagine condotta da Episteme per Federmanager su un campione significativo di oltre 1.000 dirigenti ha evidenziato la differenza fra l'opinione comunemente diffusa del manager e la realtà.
Nonostante l’eterogeneità dei vissuti e delle situazioni personali, si avverte nelle biografie dei manager la grande coerenza dei tratti distintivi, la forte identità, la personalità e la propensione naturale verso l’assunzione di responsabilità, l’impegno e la valorizzazione del merito, che farebbero pensare: “manager si nasce” piuttosto che diventarlo con l’impegno continuo.
Si nota la diffusa tensione evolutiva ad affrontare il cambiamento, a cogliere le sfide e cercare nuovi progetti. Emerge una categoria, duramente colpita dalla crisi, ma capace di rispondere alle difficoltà con forte volontà, approccio positivo ed impegno. Il manager, abituato a conquistare il riconoscimento sul campo giorno per giorno, affronta l’incertezza come se tale condizione fosse congenita del ruolo.
Questa forte identità non si è però trasformata in un ruolo coeso socialmente riconosciuto. Risulta evidente la differenza fra gli stereotipi della figura manageriale espressione dell’immaginario comune, caratterizzata da edonismo e cinismo, rispetto al ritratto che emerge dall’indagine con attributi valoriali umani e sociali dominanti. È palese la consapevolezza del profondo cambiamento da “capo” a “leader” impegnato al raggiungimento dei risultati attraverso la valorizzazione del collettivo e del merito, i comportamenti etici centrati sulla sostenibilità e la coerenza con la realtà quotidiana. 
Un’evoluzione positiva del management che ha fatto propri valori fondamentali della società, iniziando a diventare riferimento per altre categorie: la politica, le istituzioni e la società in generale.

I manager sentono la necessità di una formazione che porti allo sviluppo della professionalità manageriale, alla valorizzazione del ruolo come agente di cambiamento della cultura d'impresa. Prima di questo hanno però la necessità di avere una continuità tra la vita professionale e personale, disfandosi delle maschere sociali, troppo fragili per le sfide del presente, attingendo alle risorse straordinarie  interiori che già possiedono. La sfera personale costituisce secondo i dirigenti, la sorgente primaria cui attingere le risorse, rifugio in cui ripararsi dalle difficoltà e luogo di addestramento per affrontare le difficoltà e le criticità. l manager hanno bisogno di uscire dall'isolamento in cui si trovano attraverso una grande spinta relazionale. Cercano le relazioni anche con altri manager per avere con loro occasioni di scambio e di confronto. Hanno un sé manageriale meno scisso e rivelano una presenza delle componenti affettive della generosità e dell'oblatività. Chiedono un incremento dell'attività di formazione umanistica e di confronto tra manager. La crisi economica ha fatto emergere il senso della responsabilità ed il peso del rispetto dei valori, ma ha allentato il legame fiduciario tra dirigenti e azienda: i  manager tendono a contare sempre più sulle proprie forze. I più giovani e intraprendenti acquistano una maggiore propensione all'apertura e all'esploratività: per fare questo devono essere preparati ed attrezzati. I dirigenti in mobilità chiedono una formazione come persone, per ritrovare in sé stessi le risorse per affrontare in modo adeguato i nuovi ambienti aziendali. Emerge in modo evidente la necessità e l'aspetto dell'umanizzazione del manager; il desiderio di attingere ai valori. ”


1 commenti

Giovanni Di Bona :
L'iniziativa mi sembra lodevole ed il programma interessante e in linea con i tempi in cui viviamo e le esigenze/aspettative di ciascuno di noi | lunedì 23 marzo 2015 12:00 Rispondi

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